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  • Istituto TeCIP

L'Istituto TeCIP partner del progetto SUNRISE, per portare sott'acqua un'immensa rete digitale e così monitorare l'ambiente, gestire risorse e prevenire incidenti

Publication date: 28.07.2015
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Il progetto internazionale 'SUNRISE' del VII Programma quadro dell'Unione Europea, guidato dall'Università La Sapienza di Roma, mira a trasformare mare, laghi e fiumi in un'immensa rete digitale per monitorare l'ambiente, gestire risorse e prevenire incidenti.
L’Istituto TeCIP della Scuola Superiore Sant’Anna, che entra a far parte del progetto insieme a ISME, apporta il proprio contributo nel campo della ricerca avanzata sulle comunicazioni ottiche wireless, grazie al team del prof. Ernesto Ciaramella, coordinatore al TeCIP dell’Unità di ricerca “Comunicazioni”.

Abbiamo su Marte macchine in grado di fotografare, analizzare e riferire, ma non eravamo ancora riusciti a fare lo stesso con i mari della Terra. Prima del Progetto SUNRISE.
L'iniziativa, condotta da un team di ricercatori italiani, mira a progettare autostrade digitali sulle quali si muoveranno e opereranno sensori, robot, droni e veicoli autonomi di ultima generazione in grado di svolgere compiti pericolosi o troppo estremi per l'uomo.
Le attività possibili comprendono il monitoraggio ambientale (vulcani sottomarini, faglie nella crosta terrestre, individuazione di siti adatti all'acquacoltura), lo sminamento, la salvaguardia di siti archeologici, la ricerca di giacimenti di idrocarburi e la localizzazione di carico o persone disperse.

Per SUNRISE l'Università La Sapienza di Roma sta sviluppando la parte software, che consentirà il 'dialogo' tra i vari dispositivi tecnologici che dovranno poi essere in grado di gestirsi da soli, fronteggiare le emergenze e 'riferire' alle control room dei vari paesi collegati quel che sta accadendo sott'acqua.

Smartphone, tablet, laptop, sono dispositivi intorno a noi che possono essere interconnessi da tecnologia invisibile, wireless. Oggi abbiamo i sistemi cellulari di ultima generazione e il wi-fi che permettono di connetterci a internet a velocità molto elevate, nell'ordine di milioni di bit al secondo (Mbit/s). Ma portare questo concetto, l'Internet delle cose, sott'acqua, andando ad operare in un mondo ancora largamente sconosciuto, è una sfida tutta da vincere.

Per saperne di più, QUI.

Nella foto il Prof. Ernesto Ciaramella, responsabile del progetto per la Scuola Superiore Sant’Anna.